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La Conquista di Roma | 175 |
minata da un ambiente acre e provocante: una blandizie si allargava sulle cose inanimate, temperandone la vivacità. Donna Elena cantava la malinconica romanza di Schumann, il cui ritornello sembra più un novo contristamento che un conforto, tanto la musica ne è acutamente triste:
Va, prends courage, cœeur souffrant...
e Sangiorgio l’ascoltava, pensoso, alla fine di quella giornata trionfale, preso da una emozione ignota di dolore.
II.
L’ultimo veglione, l’ultimo martedì di carnevale, al Costanzi. La gente minuta che di carnevale ha solo il veglione pel divertimento serale, tutti gli studenti che hanno ancora dieci lire in saccoccia, tutti gl’impiegati che si abbandonano a una piccola orgia onesta, tutt’i commessi di negozio la cui bottega restava chiusa il domani, piccoli avvocati e piccoli dottori, tutti costoro e altri ancora, sfilavano, dalle dieci, attraverso le quattro porte rosse, che non si ri-