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174 | La Conquista di Roma |
Invero, donna Elena ritrovava, ogni tanto, nel canto, la nota sua, il suo carattere; ritrovava quella nota grave di contralto, un po’ rauca, calda, che scuote le fibre, quel tono basso e amoroso, che è una confidenza passionata e una gelosia improvvisa: e per codesto lato la voce le rassomigliava. Ma ella trovava anche la dolcezza molle di intonazione, la purezza di una nota filata senza un tremolìo, la delicatezza di un canto quasi infantile, la tenerezza fluida di una voce innocente di giovanetta: ella ritrovava, nota eccezionale nel canto, una voluttà quasi ideale, una trasfigurazione armoniosa della sensualità, un poetizzamento supremo: per questo, la sua voce la completava.
Dimentica di colui che l’ascoltava, ella cantava, la testa un po’ arrovesciata, gli occhi tanto illanguiditi che le ciglia ombreggiavano le guance, la bocca appena schiusa, senza fare una contorsione, la gola che si gonfiava, bianca nel colletto nero e oro della maglia, con le mani che scorrevano lievi lievi sui tasti, staccandosene delicatamente come se li carezzassero. Una nuova dolcezza, una nuova serenità pareva che si fossero diffuse per quella stanzetta, sin allora do-