Pagina:Serao - La conquista di Roma.djvu/16

12 La Conquista di Roma

medaglina d’oro, prezioso amuleto, che gli pendeva dalla catenella dell’orologio. Dal giorno che l’aveva avuta, richiesta dalla provincia, per una eccezione, al questore della Camera, le dita correvano a toccarla, leggiermente, come per una macchinale carezza; e nei momenti in cui si trovava solo, la stringeva nella palma della mano, sino a farne restare il rosso sulla pelle. Per avere il vagone riservato, l’aveva mostrata al capo-stazione, chinando gli occhi, stringendo le labbra quasi a reprimere uno sguardo di trionfo e un sorriso di compiacenza: e dal principio del viaggio la teneva in mano, come se temesse di perderla, comunicandole il calore della sua epidermide che bruciava. Ed era così acuto il senso di piacere che gli dava quel contatto e quella possessione, che sentiva, delicatamente, tutte le asperità e le concavità del metallo — e sentiva, sotto le dita, la cifra e la parola:

XIV Legislatura

Sul rovescio, un nome, un cognome, la presa di possesso:

FRANCESCO SANGIORGIO