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La Conquista di Roma 99

un largo merletto bianco; la toletta era tutta di mussola bianca ricamata, con nocchi di nastro azzurro; l’armadio era a specchio; e alla finestra, oltre le molli tendine che trascinavansi sul suolo, ai vetri erano attaccate certe cortinette di seta azzurrina, a flotti, a ondatine.

«Vi è anche un gabinettino da toletta,» mormorò la signora, senza sorridere.

«Non si voglia incomodare.....» soggiunse l’altro.

«No, no, voglio farvelo vedere: è importante, ha una porta sulla scala.»

La signora, con quel suo viso corretto, un po’ grosso, un po’ impastato, come quello di certe teste antiche romane, non chinò neppure gli occhi sul lavabo di marmo, dai cui bastoni di legno giallo pendevano gli asciugamani spiegati: aprì una porticina, dava di nuovo sul pianerottolo, era la terza porta: quel quartino di due stanze e mezzo aveva due ingressi liberi.

«È una casa comodissima,» soggiunse ella semplicemente, guardandosi una mano e soffregandola per farla diventare più bianca. Nel suo vestito nero, dalle pieghe statuarie, con la pallida e quieta faccia di matrona romana ella im-