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zig-zag 237


duta, gittando le sue trecce a lui, rimanendo mutilata, deforme, esausta; egli l’aveva messa fuori, egualmente, dandole i suoi capelli morti oramai, disdegnando persino questo grande sacrificio ed ella era fuggita, a capo chino anche più brutta e più infelice. Dopo, più tardi, egli aveva saputo che ella era in preda a una grave malattia di nervi; poi, più nulla. Quando aveva ripensato, dopo tanti anni, a quell’amore, aveva voluto conservare le forbici di quel sacrificio.

Il terzo ricordo era un pacchetto di lettere, quaranta o cinquanta, forse: molto minutamente scritte, con una calligrafia lieve e volante, che pareva riempisse di alucce il foglio. Portavano, tutte, solo la data del giorno, non l’anno, una