bergo in piedi, fremendo, rilessi le sue lettere inquiete, agitate, febbricitanti, che mi davano la follia. Sarebbe venuta.
Sarebbe venuta la regina di Saba nei dômi azzurri della mia fantasia. Io le tendeva le braccia, ella veniva. Poi mi mettevo a pensare se quel salottino e quella camera d’albergo erano degne di ricevere la sua persona. Piccole stanze, messe con un lusso un po’ rustico, un po’ cittadino. Ma come Cristo, vi erano tutte le stazioni della Passione.
Gliele avrei fatte vedere: Vedi, qui ho pianto, pensando che tu non saresti venuta. Qui ho sperato che questo calice mi sarebbe risparmiato. Qui ho agonizzato, nel dubbio della mia fatale Getsemani.
Qui ho singhiozzato, credendomi