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stessa: «perchè gli faccio paura?» Ma non glielo chiedeva, oramai intimidita e stanca. La infermità morale di Paolo Herz sfuggiva a qualunque cura ella potesse tentare, e la poveretta aveva finito per annoiarsi mortalmente e sovra tutto, per sentirsi inutile e noiosa. Viaggiavano da quattro mesi, insieme: e il tentativo era stato troppo lungo. Una sera, a Vienna, glielo disse:

— Paolo?

— Chérie?

— Non ti pare che sia meglio finire?

— Che cosa?

— Questo viaggio, insieme.

— Ah!... sì.

— Io vorrei restare, ancora, con te — ella aggiunse, gentilmente — ma non serve a nulla.