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— Chérie, Chérie, perdonami, consolami, sono un infelice, sono un miserabile! — seguitava lui, singultando aridamente, battendo la testa sul letto.

— Poveretto, poveretto — disse lei, con un tono vago di pietà, con la sua affascinante voce di canto — Che hai?

— Ho male, ho male, soffro, Chérie soffro come se morissi e come se non potessi morire...

— Dimmi che hai... dimmelo...

— Tanto male, tanto male... Non puoi sapere, Chérie... che male, qui, dentro di me, che mi soffoca...

— Non puoi dirmi il tuo male? Non posso io consolarti, guarirti?

— Vorrei... vorrei che tu potessi! — egli gridò, non osando più nascondere il suo segreto.