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di autunno, seguendo con lo sguardo le donne che passavano, udendo con delizia dei piccoli brani di colloqui d’amore, da qualche coppia che passava. Era il momento in cui tutti si recavano ai teatri, ai caffè, ai ritrovi serali: e gli pareva di scorgere, a Paolo Herz, nel volto di tutti quanti, come un desiderio intenso e frettoloso, un pallor d’ansietà, la voglia di arrivar presto dove era il proprio amore, il proprio vizio, la propria consuetudine. Egli stesso, ogni tanto, fremeva d’impazienza: ma era una impazienza voluttuosa e tranquilla, insieme; qualche cosa di profondamente desideroso, ma di placido nella certezza della imminente soddisfazione. Pure, quell’andare per le vie, tutto solo e