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l'infedele 107


fiore rosso della bocca schiusa come un anello, i bianchissimi denti guardavano, guardavano ridendo e infondendo giocondità. Paolo Herz ebbe come una sferzata, come un sussulto di vita: una fiamma lieve fece dileguare il pallore del suo viso; egli scrisse, rapidamente. In piedi, fissando sulla carta quei suoi grandi occhi, che nuotavano nell’azzurro, Chérie seguiva quella mano rapida che scriveva. Con un gesto immediato, ella versò sulle poche righe un’arena micacea, azzurra a scagliette d’oro, e ripiegato il foglio, lo ripose. Va bene? — egli domandò, voltandosi e sorridendo.

— Benissimo — ella rispose, con voce lenta, come pensando ad altro — È scritto, adesso.