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telegrafi dello stato 45


ciea rilasciata nella fatica: fuori le madri, i padri, i fratelli le aspettavano per ricondurle a casa.

— Che è? — chiedeva la madre di Giulietta Scarano alla figliuola,

— Niente, mammà.

— Ti senti male?

— No: sono stanca. —

Maria Vitale se ne andava, col padre, tutta incapucciata nella mantiglia che le aveva prestata Clemenza Achard: Maria Vitale piegava la testa sotto il peso plumbeo del raffreddore e respirava profondamente, per vincere l’oppressione del petto. Le ausiliarie si allontanavano per le vie della Posta, di Monteoliveto, di Strada Nuova Monteoliveto, di Trinità Maggiore, strette nei paltoncini, ombre dileguantesi nell’ombra, un po’ curve, come se una improvvisa vecchiezza le avesse colpite.

III.

L’editto del direttore, in forma di lettera alla direttrice, diceva così: — che pel giorno di domenica, 8 aprile, erano indette le elezioni generali politiche e pel giorno di domenica, 15 aprile, le elezioni di ballottaggio: che in quelle due settimane, ma, specialmente sabato, domenica, lunedì, vi sarebbe stato un grandissimo affollamento di telegrammi, su tutte le linee, importanti e non importanti: che quindi si rivolgeva allo