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244 scuola normale femminile


concorso, è andata come maestra in un comune di Calabria Citra. Pare che il clima un po’ rigido nell’inverno le avesse danneggiato molto i nervi: ha fatto due o tre volte la domanda per essere traslocata, ma non ha potuto ottenere nulla. Ella ha scritto delle lunghe lettere all’ispettore, al provveditore, al ministro, scongiurando tutti quanti, che la togliessero da quel tormento: ma in tutto quello che scriveva si notava un principio di forte eccitamento nervoso. Quando l’ispettore è capitato nel suo villaggio, essa gli si è buttata ai piedi, piangendo, convulsa, perchè l’aiutasse in qualche modo a uscire da quell’inferno: l’ispettore, commosso, ha promesso di adoperarsi per lei. Dopo, pare l’abbia dimenticata. L’anno scorso, di marzo, ella ha comperato, in tre volte, dallo speziale, tre paste di cantaridi per vescicanti, col pretesto di infermità: e le ha mangiate tutte tre. Ella ha sofferto due giorni di spasimi atroci, si è pentita di quel suicidio, ha invocato le sorelle, i fratelli, le amiche: ma non è stato possibile di salvarla. Dopo morta, hanno ritrovato il suo giornale; non avendo neppure a chi scrivere le sue pene, ella si dirigeva a un essere immaginario. Il giornale è stato mandato alla sorella più grande; esso è straziante.

.... Maria Valente. Riuscita al concorso, fa la maestra nella scuola elementare del quartiere Avvocata, in prima superiore, con buon risultato, ma senza aver avuto ancora avanzamento, visto la mancanza di appoggi.

.... Abbamonte. Riuscita al concorso fa la maestra