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una impiegata intelligente ma insolente: la Casale è, invece, eccellente nel lavoro e nella condotta.

.... Cleofe Santaniello ha fatto il concorso, è riuscita fra le ultime, fa la maestra nella scuola elementare di Montecarlo, nella prima classe inferiore. Ella è senza forza morale, senza nessuna energìa, le sue alunne la fanno dannare e la fanno sempre sfigurare agli esami: di più, è sempre malaticcia, manca spesso, nell’inverno. Un giorno ha avuto un deliquio in classe. La direttrice della sua scuola e i suoi superiori sono malcontenti di lei: hanno dovuto darle un aiutante, per un mese, a sue spese. È sopportata per la sua dolcezza e per la miseria in cui versa.

.... Lidia Santaniello non ha fatto il concorso, essendo ammalata di bronchite. Guaritasi, le hanno concesso il posto di maestra d’asilo nel quartiere Mercato, con l’annua retribuzione di lire seicento. Le alunne e gli alunni erano centotrentaquattro: ella ha chiesto invano un aiuto, nella sua sezione, non potendo reggere a quella immensa fatica. La continua vociferazione, il dover insegnare le canzoncine a centotrentaquattro piccini, cantando ella stessa, il dover loro insegnare la ginnastica, gesticolando, battendo i piedi in terra, battendo palma a palma, il doverli condurre in ricreazione in un grande cortile umido, girando per un’ora intorno a un pozzo, hanno finito di demolire una salute già minata. Ella ha continuato ad andare in iscuola malgrado la sua infermità, non avendo il coraggio di abbandonare le creaturine, che amava moltissimo, contentandosi d’insegnar loro, a voce fiochissima, senza potersi levare dal suo posto, le brevi canzoni infantili: