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236 scuola normale femminile


poni che esclama contro Malatesta Baglioni: tu uccidi un uomo morto! Alla geografia: gli Appennini, sissignore, cominciano dal Colle di Tenda, finiscono in Calabria. E io che mi spaventava tanto! L’esame è una sciocchezza, andatevi di cuor contento. —

E le altre non osavano dirle, per non disilluderla quale strano pasticcio ella aveva fatto di termometro e di barometro, che imbroglio nella pedagogìa, nella storia, nella geografia, essa aveva impastato; e l’ascoltavano con un sorriso pietoso, stravolgere tutto, chiacchierare, chiacchierare, come un’oca stordita e chiassosa. La esaltazione di quelle che ancora dovevano fare l’esame cresceva sempre più, a tanti spettacoli, a tante notizie, a tante contraddizioni; e mentre il calore di quelle che avevano già finito, si allargava in un’allegrezza nervosa, il pallore delle esaminande, il loro silenzio aumentava. Ormai non pensavano più a ripassare quel tale brano ancora oscuro della storia, non si curavano più di farsi dire, da Checchina Vetromile, come agisce la luce sulle piante: tutto era inutile, ormai, tutto era deciso, non avrebbero mai più imparato niente, sapevano quel che sapevano, sarà quel che sarà, una specie di sfiducia di tutte le cose, vinceva quelle anime, scosse da un turbamento profondo. E come il tempo passava, la giornata fatale si complicava sempre più di avvenimenti: vi era il caso di Luisetta Deste, la bellina che non aveva mai studiato niente, salvo qualcosellina, un po’ qui, un po’ là, a spizzico, tutta intenta alla civetteria e agli amoretti, e che aveva avuto la fortuna di sentirsi domandare giusto le pochissime cose che sapeva e di essere appro-