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I.

Una voce interna, lontana, rude, di marinaio rauco, superando il rumore delle onde contro il legno, gridò:

— Chiamate! —

Subito, un signore giovane, grasso e biondo, dalla pelle lucida di sudore, dalla camicia di colore, col goletto molto aperto, senza sottoveste, dalla giacchetta di lustrino, dalla pretensiosa cintura di seta rossa, che gli reggeva i calzoni bianchi estivi, sospese il dondolamento della sua sedia di paglia, all’ingresso del corridoio dove stava scritto: donne, e rivoltosi verso il salone, gridò con voce stentorea:

— Trentasette! —

Un certo movimento si fece nel salone, gremito di gente. Eugenia Malagrida e sua madre, seguite dalla serva, cercavano di farsi strada sino al corridoio che conduceva ai camerini delle donne, essendo le posseditrici del numero trentasette. Ma Eugenia e sua madre erano grasse, piccole, tozze, avevano quell’andatura vacillante e ridicola delle oche; la madre, meno male, non avendo più pretese, non era troppo fasciata

9 — Il Romanzo della Fanciulla.