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106 | per monaca |
rossendo, si erano strette, raccolte, mosse dalla curiosità di quell’altro mondo che esse non conoscevano, che non dovevano conoscere, ma di cui ogni tanto ritrovavano un’eco nelle loro case, nelle conversazioni.
— Ma che! Ma che Fiammante! — disse Elfrida Kapnist, sporgendo il capo bruno nel gruppo delle sue amiche — voi non sapete niente: Annina Doria è in arretrato di notizie, Caracciolo si è liberato della Fiammante, dandole trentamila lire, tutte d’un colpo, per lei e pel bimbo....
— Quale bimbo? — chiese ingenuamente Eva.
Ma un silenzio regnò, tutte avevano abbassato gli occhi o si guardavano intorno, come distratte: decisamente Elfrida Kapnist era troppo libera nei suoi discorsi, era intollerabile. E la cattiva impressione aumentava; Elfrida portava un vestitino miserabile a scacchetti bianchi e neri, un abito di quaranta lire e aveva alle orecchie due brillanti scintillanti, un valore di diecimila franchi.
— Che fa Willy Galeota? — ebbe l’audacia di chiederle Annina Doria.
— Mi adora, al solito, — rispose subito Elfrida.
— E quando vi sposate? — insistette l’altra, per vedere di coglierla in fallo.
— Presto, presto, presto, — disse Elfrida, volgendole le spalle e andando a unirsi con Giulia Capece.
Eva si volgeva sempre alla porta, un po’ impaziente, aspettando di veder entrare sua madre con Innico Althan, ma la mamma e il fidanzato non comparivano; erano arrivati Giovannella Sersale con sua sorella Candida Montemiletto e suo cognato Francesco Monte-