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44 | L'imperfetto amante |
gno violato, il male della illusione fuggita, il male dell’irrimediabile errore. Così, la passione si faceva tetra: e l’ebbrezza sembrava anche uno spasimo di tutto l’essere che subiva la legge comune dell’amore, ma aveva ribrezzo di quella fatalità.
Nulla vi dirò di me. Sarebbe troppo duro rammentare quello che io provai, dinanzi a tale complicazione nel nostro amore. Ricordo solamente di essere trabalzata, in quei tempi, dai sentimenti più limpidi, alti e luminosi, alle vittorie della passione più oscure e più contristanti: ricordo che io ho sentito, per Giustino Morelli e per me, insieme, il disprezzo più profondo e l’ira più cieca. Ricordo che, un giorno, quando più avevo visto il mio amante innamorato, sì, ma quasi insorto contro le imprescindibili obbligazioni della passione, quando più avevo inteso che Giustino Morelli era infelicissimo, perchè era diventato il mio amante, quando più avevo compreso che l’anima bella e pura e salda di quell’uomo si sentiva deturpata nel suo sogno, allora ri-