uomini insieme. Ma da lontano, divisi per giorni, per settimane, spesso per mesi, io sapeva bene che il vigile cuore di Giustino Morelli era mio, tutto mio, così completamente mio, che niuna donna, niuna assenza, nessun tempo, avrebbe potuto togliermi mai nulla del mio possesso. Nelle ore più misere e più affrante della mia esistenza coniugale, quando pareva per me crollato ogni senso di tenerezza, di bontà, di compatimento, a traverso le crisi terribili e negli accasciamenti profondi, il pensiero che Giustino Morelli mi amava, di un amor silenzioso, tenace, costante e certissimo, veniva a confortare le mie forze esauste. Talvolta, lo incontrava, dopo uno di questi tremendi periodi: ed egli mi appariva quale io lo aveva sognato, buono, affettuoso, di una dolcezza così grande, che io mi sentiva struggere di riconoscenza, innanzi a lui. Soli, c’incontravamo: egli mi guardava con una pietà carezzevole, prendeva la mia mano senza stringerla, ne baciava leggermente le dita, mi chiamava per nome, niente altro, ma con una voce così