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Nino Stresa | 23 |
tuto redimere dalla nostra macchia. Oh lui non ne soffriva, non capiva neppure la volgarità in cui viveva, gli pareva di essere un perfetto amante, e si lagnava della mia crudeltà! Io, io, sentivo tutto il disdegno di una relazione simile, indegna di una donna, di una signora: io aveva l’anima scoperta e ferita, e frizzava a ogni soffio d’aria. Egli, intravvedeva il dramma del mio spirito, senza intenderlo. La sua sola paura, era che lo lasciassi:
— Per carità, non mi abbandonare!
Ed esigeva sempre nuovi convegni, e ne prolungava le ore, e mi seguiva, e mi cercava, temendo che gli sfuggisse il possesso di questa donna che aveva orrore di lui. Lo lasciai, due volte: mi riprese due volte. Allora, disperata, nel colmo dell’avvilimento e della esasperazione, io tradii questo imperfetto amante, questo Nino Stresa. Ah il vile, il vile, sempre il medesimo! Lo dovetti tradire molto, per molto tempo, con una feroce ostinazione, con uno scandalo pubblico, perchè egli mi lasciasse stare. Nulla vi è più, fra noi, da tre anni. Eppure, quando mi incontra, egli