per vedere, nè orecchie per udire. Veniva da voi! L’ho saputo dopo. Una volta, signora, voi lo avete accompagnato in carrozza, sino all’angolo del grande viale della mia villa: e io non ho sospettato nulla, a quella carrozza che se ne tornava indietro. Dopo l’ho saputo. Lo accompagnavate da me! Non eravate gelosa, voi. Ah quanto vi odio, creatura debole e timida, che rubate i cuori, che rubate gli amanti e ve li tenete per sempre, e non siete gelosa, di nessuna donna, tanto il vostro fascino, fatto di debolezza, è più forte di ogni cosa e di ogni persona. Quanto vi odio, per questi due anni di atroci dolori segreti, che mi avete inflitti, per queste roventi lacrime che hanno consumata la freschezza del mio volto, per questa rovina quotidiana di tutte le mie speranze: quanto vi odio, per le torture che mi avete fatto soffrire, voi che siete, dicono, un’anima semplice e tenera; quanto vi odio perchè voi amate Francesco Sangiorgio e perchè egli vi adora, perchè in due anni egli non ha mai cessato di adorarvi, perchè in tutti i giorni, in tutti i