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Nino Stresa | 17 |
vegno di più o di meno; gli premeva il tono della mia voce, perchè in esso vibrava la negazione o la dedizione: solo tutta la mia vita materiale gli premeva, perchè era legata strettamente alle gioie dell’amore. Invano, a un segno suo d’interesse, a un suo turbamento, io lo interrogava affannosamente, per poter sapere se, infine, qualche cosa della sua anima si muovesse, vivesse, oltre l’ardore della sua fiamma: invano! Tutto il ciclo delle sue azioni si chiudeva in questa fiamma. Quando una delusione novella mi abbatteva, io giungeva ad ingiuriarlo.
— Ma sei incapace, dunque, di voler bene come tutte le altre oscure e semplici creature della terra? Hai dei nervi e non un cuore? Hai del sangue e non un’anima? Sei un mostro?
— Grazie, quanto mi piaci in collera!
— Oh che creatura arida e odiosa tu sei, odiosa, odiosa!
— Proprio, tanto? — chiedeva lui, con la sua voce rôca e carezzevole.
Alla mia sete di sentimento, a questo bisogno intimo e invincibile di tutti gli
Serao | 3 |