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242 | L'ineluttabile |
di grasso per mani, un grasso roseo, tutto pieno di fossette. Nessuna curva, nessuna linea spezzata. Il cubo — e nient’altro.
A cagione di questa sua formidabile persona, miss Geraldina non poteva fare moltissime cose che le altre ragazze fanno. Non poteva, per esempio, vestirsi in nessun altro modo, che con una larghissima veste da camera, in lana, a pieghe profonde, serrata con un cordone dove avrebbero dovuto essere i fianchi: veste senza ornamenti, senza balze, monacale. Le erano inibiti la seta, il raso, il velluto che disegnano le forme; i merletti che ingrossano la persona. Questa veste doveva essere per forza nera, o molto scura; sarebbe stato ridicolo portare un colore chiaro, che raddoppia le proporzioni. Di goletti in merletto, di cravatte a cappii vistosi, non se ne parla: la straziavano. Appena una linea di goletto, dritto, in tela bianca: e spesso per quello stringimento, le saliva il sangue alla testa, il viso si faceva scarlatto e il naso cremisi. Pei cappelli, era un affar serio; piccoli,