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14 | L'imperfetto amante |
non speravo veramente nulla e non ero, forse, che semplicemente innamorata, e vergognandomi di tale caduta, trovavo fisime e creavo illusioni. Voi capirete meglio.
Vi dirò tutto. Il primo giorno della nostra felicità, noi fummo infelicissimi. L’esaltamento della sua passione fu così grande, che mi stupì: ed io gli dovetti parere freddissima. Nino Stresa cadde in una tristezza immensa, da cui nulla lo potè trarre. Io gli giurai che lo amavo, che lo adoravo: piansi innanzi a lui. Egli si vinse un poco e fu molto tenero, di una tenerezza mesta che mi andò all’anima. Gli vidi delle lacrime negli occhi.
— Che hai, che hai? Tu soffri, è vero?
— Sì, — egli mi disse, piano.
— Ma perchè? Non ti amo, io?
— Sì, mi ami, diletta.
— Non mi ami, tu?
— Sì, moltissimo.
— Ebbene? Perchè soffri?
— Così: non lo so.
Ma il dissidio che era fra noi, anteriore all’amore, sorgente dalla nostra medesima