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226 Il convegno


lasciare che scorressero le ore e il tempo, senza sapere di esso: e credere che il mondo fosse chiuso in quell’abbraccio. Quando egli si fermava, col pensiero, con la fantasia, su questo minuto profondo e intenso, egli abbassava il capo e impallidiva mortalmente. Queste emozioni, qualche volta, sono superiori alle forze umane.

Erano le tre e mezzo quando, lentamente, per calmare la sua esaltazione, Paolo si avviò alla casa del loro amore. Non era molto lontana, proprio nel centro della città e nel mezzo di una via popolosa. Allora, Maria aveva preferito che fosse così, ella che odiava la campagna quanto odiava il mare: e voleva aver l’aria disinvolta di una signora che passeggia, o che va a visitare una signora sua amica, mentre si recava al convegno di amore. Egli aveva obbedito, schiavo di tutte le volontà della delicata e pallida donna: e il loro nido era posto in un qualunque volgare ambiente, circondato, sopra e sotto, da volgare gente. Soltanto che Paolo vi aveva profuso internamente,