e le sue lacrime? Non aveva egli pregato alla porta di questa donna fragile e smorta, come un fanciullo lasciato nella via, al freddo, alla fame e al terrore, senza che la porta si aprisse mai più? Non aveva ella opposto la grande idea, l’idea semplice, l’idea liberatrice, a tutti i furori e a tutte le sue desolazioni, dicendogli: non ti amo più? Non aveva egli inteso, ahimè, con tutte le più dure e le più gelide intonazioni, questa idea semplice e definitiva e inappellabile: non ti amo più? Non aveva egli sentito che tutto periva, in lui, uomo, giovane ancora, sano, robusto, non corrotto; giacchè questa piccola donna capricciosa e malaticcia lo aveva scacciato da sè, per sempre? Non aveva egli voluto che tutto perisse, se veramente, nel tempo avvenire, questo amore non potesse mai più rivivere? Nei mesi che trascorrevano, non vincendo il suo dolore, ma addormentandolo, non era restato nel fondo di tutte le amarezze, nella feccia di tutti i calici, una speranza lieve e breve, ma viva, ma imperitura, che l’anima immortale di quella donna si