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222 | Il convegno |
Si rammentava, Paolo! E come la mattinata di questo suo grande giorno si avanzava, egli riteneva sempre più fermamente che alla mezzanotte Maria aveva pensato a lui con improvvisa passione e che aveva vivamente invocato la sua presenza, per questo pomeriggio, alle cinque. Ah, ella doveva averle ripetute a sè stessa, nella nostalgia del bacio, le parole del convegno, le doveva aver dette con quell’impeto e quella imperiosità che dicevano l’ardore della piccola debole donna esangue, e l’amante lontano le aveva intese ripercuotersi nel suo spirito, nitidamente, come un invito e come un ordine!
E perchè non avrebbe ella inteso, a un tratto, la perfida e crudel donna, il rimpianto di un amore così schietto e così tenace? Non era ella stata di una brutalità feroce, quando aveva voluto morto l’amore, a qualunque costo, ostinandosi ciecamente nella sua ferocia, calpestando ogni senso di bontà e di gentilezza muliebre? Non aveva egli reagito, in tutte le forme, contro questa morte dell’amore, non aveva egli esaurito le sue violenze