clinato il giorno, nella casa dove li conduceva l’amore e che egli non aveva mai più riveduta, da che l’amore lo aveva abbandonato. Era la voce di Maria quella che gli aveva parlato, all’orecchio, bassa, ma netta e viva, battendo sulle lettere e sempre un po’ imperiosa, malgrado il velo della dolcezza. Tutta la notte egli stette cogli occhi fissi sulla porta della sua stanza, come se ella dovesse apparirvi, come l’aveva vista, alla mezzanotte, nelle fantastiche contemplazioni piene di tristezza e di desiderio: e stette con l’orecchio teso, coi nervi vibranti, come se ancora l’adorata voce dovesse ripetergli il giorno e l’ora dell’amoroso convegno. Talvolta, la sua ragione tentava di vincere questo tremore di paura e di piacere, per cui egli invocava la presenza e la voce dell’amata, dicendogli che egli era solo, che niuno entrava per andare da lui, che niuno parlava, e che la notte era alta e la stanza si faceva fredda; ma l’uomo giaceva sotto l’impressione indimenticabile di quell’avvertimento e di quell’invito, dove si riussumeva ogni suo desiderio,