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La piccola Maria 215


lamentandosi, gli narrava una giornata di mali improvvisi e misteriosi, di svenimenti e di soffocazioni, ed egli, mentre la compativa con tutta la più tenera pietà dell’uomo sano e robusto, l’adorava per la sua debolezza. E in quest’ultima ora, egli attendeva una parola da lei, era il segreto della sua felicità che ella gli comunicava, con qualche parola: era il miraggio di un pomeriggio appassionato e delizioso che essa gli faceva balenare innanzi. In quell’ora ultima, essa gli dava il convegno pel giorno seguente, se era libera. Ogni volta la maliarda glielo diceva in un modo diverso: o attraverso una frase ingarbugliata, in cui appariva una cifra, così, stranamente, ed egli solo la intendeva: o sottovoce, in un soffio, che egli solo ascoltava: o salutandolo, mentre egli s’inchinava devotamente innanzi a lei: o con la massima disinvoltura, scherzando, tirandolo da parte, come se continuasse lo scherzo e dicendogli all’orecchio l’ora del convegno. Ah egli ne aveva di felicità, per tutta la notte, andando a casa, ripetendosi quell’ora e ri-