volto lunghetto ed esangue, dagli occhi tutti dolcezza e tutti malizia, dalle labbra rosee ma pallide, dai capelli neri, fini, che formavano un mucchietto lucido, come bagnato: come essa lo riprese, subito dopo l’ora amorosa, più vivacemente, nei ricordi dei sensi, nei ricordi delle consuetudini, in modo da renderlo folle di desiderio, nella solitudine della sua stanza, donde Chérie, che nulla aveva compreso, era partita, portandosi via dei dolci e delle rose, tutta felice, ridendo con sè stessa, nelle scale! Come egli si pentì, bruciando di amore, di avere ridestato l’uomo in sè e come desiderò di ritornare alle dolorose e solitarie contemplazioni spirituali, dove, almeno, non soffriva anche nel sangue vivificato ed eccitato e non tendeva le braccia a una vana piccola ombra che gli sfuggiva! Tradire nuovamente? No, gli bastava il veleno della prima e inutile pruova: sentiva che non avrebbe neppure la forza di mentire, come disperatamente aveva fatto la prima volta, a Chérie. A che avvilirsi di nuovo? Il suo cuore e le sue fibre si sarebbero ribellati alla vio-