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208 Il convegno


pre, con tutti gli ardori dell’anima e dei sensi, gli fece spavento. Pensò, disperatamente, se non fosse meglio tentare di tradire sè stesso e il suo postumo amore, cercando una donna presso cui finire la serata, Chérie, la ridente Chérie. Ma gli tornò in mente tutto l’orrore del primo tradimento che egli aveva tentato, con Chérie, per cercar di guarire, per un giorno o per sempre, della sua inutile e inefficace passione per Maria che non lo amava più. Ricordò tutto il falso entusiasmo, tutta l’amarezza dei baci, tutta la profonda nausea dell’ora amorosa che gli pareva mai finisse, tutto il disgusto di sè stesso e la pietà per quella poveretta che sapeva così graziosamente ridere e donarsi, tutto il ribrezzo per la violazione che aveva commessa, non rispettando neppure, miserabile e vile uomo, l’altezza di un amore che può essere disprezzato, ma che resta inviolato e puro. Ah, come più seducente, più suggestiva, più affascinante, dopo il tradimento con la bionda e sempre ridente Chérie, gli apparve nella mente Maria piccola, dal