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Julian Sorel | 183 |
denaro, e hanno ragione; perchè lo dovrebbero perdere?... Sono della brava gente!
— Gwendaline, Gwendaline, non essere senza carità, taci, taci, io muoio.... — gridò lui, con gli occhi stravolti dal dolore acutissimo.
— Sai quale è il bilancio della bella e dolce bugia? — continuò ella, come se non lo avesse udito. — Un milione e ottocentomila lire. Tu, m’immagino, non hai neanche il denaro per comperare una rivoltella....
— Non l’ho, — egli gemette, dal suo abisso di dolore.
— Un milione e ottocentomila lire: e dover anche ricorrere a un suicidio economico, a un suicidio poveretto, a quello degli straccioni, delle serve tradite, al fiume, al Tevere! — mormorò ella, con un vago sorriso, come se parlasse a sè stessa.
Egli levò i suoi occhi dolorosamente stupefatti, su lei. E Gwendaline comprese il senso di quella stupefazione.
— Tu, adesso, dici fra te stesso, che io sono un mostro di crudeltà....