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182 Un suicidio


i suoi piedini leggiadri, calzati finemente, delicatamente di nero e di bianco, — e vale la pena di morire per essa. Non sperare che i tuoi creditori ti lascino tregua! Tu devi fra cinquanta e sessantamila lire di denaro, a Giacomo Levi, a Francesco Sangiorgio, a Giovanni Lamarca, tuoi amici, che ti sei inimicati per sempre e che ti perseguitano assai peggio dei due strozzini, Pietro Toscano e Angelo Cabib a cui devi meno, molto meno, ma gli interessi sono saliti così in alto! Tu devi, poi, ai fornitori di Parigi, a Worth, a Morin, a Redfern, tutti vestiti che sono serviti per me e ti han fatto credito, perchè avevi speso da loro la metà della tua fortuna: devi ai sarti italiani, a Bellom, a Pontecorvo, alle sorelle Borla, alla Tua; devi a tutti i negozi di gioielleria, a Marchesini qui, a Franconeri di Napoli; e devi a tutti i negozianti di mobili e di ninnoli eleganti, a Janetti, a Cagiati, a Maria Beretta, devi anche a Guglianetti di Milano; tutti costoro ti han fatto credito, perchè avevi tanto e tanto comperato, prima, da loro! Ma vogliono il loro