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Nino Stresa | 9 |
vava un sincero dolore, non privo di qualche ingenuità infantile. Era come un bimbo a cui negassero una cosa promessa e dovuta: era come se gli si commettesse contro una crudele ingiustizia.
— Perchè non mi amate, perchè?
— Perchè quello che voi sentite, per me, non è amore.
— Che cosa è, dunque?
— È desiderio.
— È la medesima cosa, — replicava lui, con un’aria di perfetto candore.
Ah, quando io lo udiva negare così la parte sentimentale e nobile dell’amore, quando egli calpestava, così, tutto quello che vi è di puro e di elevato, anche in una passione colpevole, Nino Stresa mi faceva ribrezzo! Egli leggeva nel mio viso tutta la ripulsione del mio spirito e dei miei nervi e taceva. Soffriva, forse, in silenzio. Talvolta, si allontanava, per qualche giorno. Ma io, immancabilmente, lo vedeva riapparire, riavvicinarsi a me, cercar di stringere la mia mano, trattenendola sempre un minuto secondo fra le sue, cercando di toccare qualche og–