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178 | Un suicidio |
della sua candidissima pelle era più veramente roseo di qualunque rosa.
— Dunque? — domandò, di nuovo, a Julian Sorel.
Costui non osò ancora rispondere, e la guardò con gli occhi preganti. Gwendaline crollò un poco la testa biondissima e si mise a giuocare coi suoi fulgidi anelli, che le coprivano le dita sino alla prima falange, sino all’indice, come a un idolo di Egitto.
— L’affare è andato a male? — chiese poi Gwendaline con la pura voce cristallina.
— A male, — egli rispose fievolmente.
— Per sempre?
— Per sempre, — egli ripetette come un’eco fatale.
Nessuna impressione di meraviglia, di tristezza, di pietà venne a turbare quel roseo volto di donna, quella nitida e serena fronte, quei gelidi occhi di cielo.
— Tu sei un uomo morto, — ella dichiarò, freddamente.
— Già, — disse Julian Sorel, terreo nel volto come un cadavere.