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Madame Héliotrope 163


sorrideva, mostrando i suoi denti bianchi, dicendoglielo, ma i suoi occhi erano pieni di lacrime:

Cher Paul, madame Héliotrope vous adore.... — gli diceva, nel suo preferito francese dove aveva meno timidità a parlare di amore.

Ebbene, ella strinse con Paolo Collemagno uno stranissimo patto, senza il quale ella non avrebbe mai consentito ad amarlo. Aveva letto nel romanzo di Loti Madame Crysanthème di quelle unioni coniugali, che gli ufficiali di marina celebrano con qualcuna di quelle donnine dai piccoli occhi sorpresi e dai piccoli piedi che non sanno camminare, e che durano tutto il tempo della loro dimora a Nagasaki o a Yokohama: dopo, la nave da guerra riceve l’ordine di partire, gli sposi si separano, per non rivedersi mai più, senza lacrime e senza sospiri. Non è questo il fondamento del romanzo di Loti, di un sapore così orientalmente mesto? Metà scherzando, metà sul serio, ella propose la medesima cosa a Paolo Collemagno, come se si trovassero lag-