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160 La veste di crespo


letto l’una accanto all’altro, con le teste che si toccavano, il libro di Pierre Loti: Japoneries d’automne. Era anche un ufficiale di marina, lo scrittore, e aveva lasciato nella patria delle persone care, eppure aveva amato il paese delle donne piccoline, degli uomini gialletti e delle casette che si chiudono e si aprono come uno scatolino di domino. E il libro era anche così triste, poichè le due nostalgie vi formavano un insieme di tristezza; e Luisa e Paolo, talvolta, si fermavano, guardandosi, colpiti dalla medesima malinconia. Si amavano un poco, ambedue: ma non lo dicevano e ciò sembrava loro anche più delizioso, in quella libertà e in quella solitudine. E lessero anche l’altro libro giapponese di Loti: Madame Crysanthème, una storia di amore lontano, fine e malinconico, di una malinconia così sottile e così penetrante che Luisa e Paolo vollero rileggerlo, la seconda volta. E subito, vedendo che molti nomi di donnine giapponesi corrispondono a dei fiori, Luisa Cima trovò subito il suo: madame Héliotrope. Il fiorellino di così chiaro