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146 | La veste di seta |
dolo apparire, aveva sentito un sussulto ignoto: con gli occhi, Giovanni Serra le aveva domandato se eran soli: sorridendo, senza parlare, ella aveva risposto di sì: e sotto gli ontani verdi egli aveva abbracciata madame la marquise che rideva teneramente. Ah in quel momento, ella sentì che tutte le istorie amorose e appassionate non erano una fola di scrittori, come aveva sempre creduto. Per la giornata odorosa di maggio, nel giardino come alla campagna, nella casa magnifica, come in una capanna, ella restò attaccata a lui, con un abbandono della sua piccola persona al saldo braccio di colui che l’amava. Emma Lieti ebbe, negli occhi, nel sorriso, nella voce, negli atti, la manifestazione di un’anima tutta nuova e fresca, una bontà amorosa, una dolcezza amorosa, una fiducia amorosa, un’infinita tenerezza amorosa che giammai erano esistite in lei.
Quello che disse, quello che fece, ogni sua manifestazione portò il suggello divino che solo gli amanti riconoscono e che gli indifferenti invidiano: l’impronta