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Madame la marquise 137


bastanza miope, coi suoi occhi bigi e carezzevoli nel loro sguardo un po’ vagante, non adoperò l’occhialino; ed ebbe un moto di piacevole stupore. Sette od otto candelabri accesi versavano la loro piena luce sui vestiti, sui mantelli, sui mille complementi della beltà femminile e tutto il salone era occupato, nella sua grandezza! Non credeva, non supponeva neppure di aver avuto e di aver cambiati tanti abiti l’anno prima, ed ebbe un senso di grazioso imbarazzo.

— Quanta roba! — mormorò, fra la giocondità e la preoccupazione.

— Ce n’è della buonissima, — soggiunse Cristina, che l’aveva seguita e che aveva sempre l’aria di dar consigli di saviezza.

— Vediamo, — disse Emma.

E schiuse l’occhialino stretto e lungo di tartaruga su cui, in cifre, di brillanti, vi era il suo motto, spagnuolo: Nada. Essa guardò intorno, pian piano, passando da un oggetto all’altro con una lentezza per lei piena di sapore. Giacchè i suoi vestiti, i suoi mantelli, i suoi cappelli,

Serao. 18