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Madame la marquise 135


sempre nuove: ella non aveva il tempo di affezionarsi a nessuna di esse, che la smetteva: le sue amiche povere, Cristina, tutte le famigliari di casa, ricevevano dei doni insperati e superiori alle loro aspirazioni: il guardaroba era sempre pieno zeppo di vesti, e ogni tanto Emma Lieti scrollava la testolina pensando che mai si sarebbe interamente disfatta dei suoi vestiti vecchi che aveva indossato quattro volte! Specialmente quelli da ballo che non si sciupano mai, restavano sospesi in lunga fila, nei loro sacelli di percalla, vedendosi solo il corpetto di stoffe delicate adorno di molli trine, col cordoncino raccolto in una matassina: ogni anno, altri vestiti da ballo venivano a raggiungere quelli antichi e la fila cresceva, cresceva. Giammai, schiudendo le grandi porte del guardaroba, guardando quei sacelli dove erano raccolti gli strascichi sontuosi sulle sottogonne ricche di merletti, Emma Lieti pensava di farsi un vestito di meno, di portare, magari rifatto, il vestito dell’anno prima. Questo, lei, giammai! Era nata frivola, prodiga, adoratrice di tutte le