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96 | Il viale degli oleandri |
della sua freddezza, non badava o fingeva di non badare alla crudeltà di certi suoi silenzii, misurava glacialmente l’entità perversa di certe frasi, e le pronunziava a tempo. Ella resisteva, ripiegandosi, fuorviando, inebbriata di amarezza, ma più sollevata dall’amarezza istessa:
— Verrai domani?
— No, non posso, — egli dicea, subito.
— Dopodomani, allora!
— Non so.... ho da fare.
— Che hai da fare.... meglio dell’amore?
— Oh mille cose!
— Meglio dell’amore?
— Meglio; più utili.
— Hai ragione, — ella diceva, umilmente. — Purchè tu non vada da un’altra donna!
— Non ci mancherebbe che questa! — esclamava Mario Felice.
— Tu non ami nessun’altra donna, è vero?
— Io non amo nessuna donna, o signora, — egli concludeva gelidamente.
— Neanche me?
— Neanche voi.