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sulla tomba 61


tivo soggetto, piena di buonumore, prodigando il suo spirito ed i suoi vezzi ad una folla di indifferenti; ma non le diceva nulla, molto felice quando poteva ravvolgerla nel bianco mantello ornato di piume e portarsela. In carrozza lei sbadigliava, sonnecchiando. Se il marito le dava un bacio timido e leggiero, lei rimaneva immobile, fingendo non averlo inteso, per non renderlo. Sulle prime lei era andata ogni tanto a fargli una gaia sorpresa allo studio, e lui era beato di queste visite che gli irradiavano d’amore quello stanzone un po’ cupo: ma la scala era alta, lei si stancava, non andò più. Erano tanto lente le lunghe ore del lavoro; lei non veniva mai a farle parere più brevi. Quell’uomo fortissimo, quel grande artista, curvava il capo e pensava.

Un giorno o l’altro, non si sa bene quale, la moglie del pittore prese un amante. Era quasi sempre sola, disoccupata, trascurata per quei quattro palmi di tela dipinta — diceva lei. Poi questi grandi artisti non sono