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60 | sulla tomba |
dipingeva, pensando a coloro che nella via guardavano sua moglie, le
dicevano qualche parolina di complimento, la seguivano forse. Sulla
tela, la sprazzata del colore diventava efficace e passionata; ma in
casa egli non domandava nulla, non faceva rimostranze. Le permise di
avere il suo giorno di ricevimento, come una gran dama; cioè il permesso
se lo prese lei, senza chiederlo. Lui vi faceva delle rapide comparse,
un po’ distratto, impacciato. Lei, in collera per vedergli la cravatta
di traverso o le mani tinte di colore, mormorava, scuotendo la sua soave
testolina bionda:
— Questi artisti!
Poi la condusse anche al ballo. Lui ci si trovava disorientato, con le sue spalle quadrate che sformavano la marsina, con la sua seria figura su cui erano così scarsi i sorrisi. Lei restava sino all’alba, ballando come solo le donnine gracili e delicate possono ballare. Lui la vedeva passare dalle braccia di un elegante sciocco a quelle di un brutto e cat-