alto punto di sogno e di
realtà, era nella creazione dei personaggi. Egli li vedeva; gli
apparivano, non come fantasmi, ma come persone vive, lo guardavano, gli
parlavano, vivevano con lui, col viso che lui aveva dato loro, con quel
corpo, con quei vestiti, con quello sguardo, con quella voce. Le donne
specialmente. Venivano a trovarlo, nelle sue ore di sogno, fanciulle
castane, dagli occhi pieni di luce e di bontà, dai sorrisi semplici,
donnine bionde e delicate, dalle movenze aggraziate, dalle labbra di
carminio, donne brune e splendide, dagli occhioni di baiadera, dalle
bocche provocanti e voluttuose, verginelle pallide e mistiche, dai volti
esangui e dai corpi magri, peccatrici dagli occhi tinti e dalle guance
biaccose. Venivano nei loro abiti di raso, di lana, di broccato, di
cenci, di teletta, di trine, tutte sfolgoranti di bellezza, sorridenti
di bontà, traspiranti malinconia, emanando il profumo del cielo o il
profumo della colpa. Esse venivano a lui, sedevano,