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paolo spada | 43 |
che parola ad alta voce. In quelle ore la sua
porta era chiusa: nè amico, nè donna, potevano entrare. Egli sognava! ed
era un sogno così poco vago, così poco fluttuante, così vivo, così vero,
così afferrabile che quasi stendeva le mani per pigliarlo. Tutti i
contorni di un sogno erano definiti, precisi, con una nettezza di linee
quasi troppo forte, con un risalto energico sul fondo. Il paesaggio gli
si rivelava nelle parti più intime, nei recessi più oscuri, nelle
vastità più sconfinate; egli lo vedeva come in un quadro, meglio che in
un quadro, come è la natura. La scena della novella egli la vedeva
svolgersi innanzi ai suoi occhi, coi personaggi che discorrevano,
agivano, si muovevano, si abbracciavano, si uccidevano, meglio che sul
palco scenico, come nella vita. Egli palpitava, fremeva, non osava
muoversi, non osava respirare; era commosso, febbricitante innanzi al
suo sogno che era vita.
Ma dove il suo sogno arrivava al suo più