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novella greca 331


ed un inglese commerciale, amando le canzonette italiane, il vino di Porto, idolatrando la passolina, era un buon fidanzato, sarebbe stato un ottimo marito. Faceva la sua corte nel modo più rudemente innamorato che sia possibile, e Calliope Stavro l’accettava senza disgusto, ma senza piacere. Poco a poco, nel segreto del cuore, ella entrava nell’indifferenza, nell’atonia. Le sue notti erano senza sogni. Nella bella stagione, nel maggio fiorito, venne a Santa Maura Paolo de Joanna, un giovanotto a ventott’anni, un po’ Dalmata, un po’ Italiano, cresciuto a Londra, a Parigi, a Firenze. Era viaggiatore, poeta e ricco — tre egoismi armoniosi. Per completare l’accordo, egli era bello. Era sbiancato nel volto di un pallor animato. L’arricciatura dei capelli nerissimi, un’arricciatura originale, non da bambino Gesù, ma da Nerone, gli dava un’aria di Dio antico. L’occhio lionato, dallo sguardo audace, smentiva talvolta la dolcezza dei tratti, la mollezza dei lineamenti. Più che bello era