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310 | commediola |
— E guarderemo il fumo con aria triste.
Quando il cameriere venne a sparecchiare, essi fumavano. Un rumore di ruote s’intese sulla via. Lucia gittò un grido e si lasciò cadere quasi nelle braccia di Federigo, tremando.
— Dio mio, tu ti ucciderai con queste emozioni... — mormorò lui, sorreggendola, dandole coraggio.
— È un carro, signora — osò dire il cameriere.
— Va bene, andate — disse severamente Federigo.
O cordiali risate! Non le avrebbero ritrovate più. Si sentivano vivificati, rinfrescati in quel meriggio di luglio. Rimasero a discorrere di tante cose leggiadre, come nel parco, scherzando sulle maniere del mondo intiero. Fumavano. Ogni tanto il cameriere passava innanzi la porta socchiusa, senza volgersi. Essi sorridevano ancora e ripigliavano il discorso. Se ne partirono dopo un’oretta di conversazione.