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un inventore | 291 |
disse più nulla. Dopo un paio di mesi, duramente:
— Sapete, Ulrich? L’uccellino ha fatto fiasco. È troppo ingegnoso: i bambini non lo capiscono.
Il povero artista impallidì e tacque. Solo, pianse. Ecco che i bambini non lo comprendevano più, adesso! Si spezzava dunque il grande legame fra lui e il suo piccolo pubblico? Poi, ubbidiente e buono, si sfogò a far semplice. Non gli riusciva. Era arrivato ad un punto in cui l’arte divenuta poema, non s’adatta a ritornar sillabario. Le forme semplici gli sfuggivano e correva dietro, di nuovo, alle astruserie più alte. L’insuccesso cresceva, Ulrich tremava di paura ogni volta che una nuova creaturina del suo cervello gli usciva dalle mani. Era mortificato. Dubitava di sè