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290 un inventore


sempre più collerico; il polso di Ulrich era mosso da una febbre continua che ne consumava e rinnovava il sangue. Egli si faceva sempre più esperto nell’arte, ne aveva penetrati tutti i segreti: era arrivato alla finezza dell’ultimo tocco, della più lieve sfumatura, all’eleganza più leggiadra, al gusto raffinato, alla solidità, a tutte le qualità riunite insieme in un’armonia completa. Creava dei giocattoli meravigliosi — e mai, mai si era sentito così intensamente felice.

Il direttore gli dava sempre notizie del favore che toccava a que’ giocattoli. Venivano grandi ordinazioni. Solamente, un giorno, gli disse con un mezzo sorriso:

— Siate più semplice.

Ulrich non vi badò. Anzi, nella sua mente s’intrigavano, si complicavano sempre più mille forme, mille congegni. Fece un uccellino che apriva le ali, gonfiava la gola e cantava. Il direttore lo ammirò, ma non molto; fece qualche difficoltà per le riproduzioni, poi non