questa roba non serve, e che va sempre a finire, in cucina, nella spazzatura. Quando io gli dico di amarlo, fa un sorriso d’incredulità, e mi risponde: Sai? non t’affannare, chè non ti credo. Quando gli giuro che gli voglio bene, egli mi lascia dire, poi mi soggiunge, sorridendo: Non giurare, non giurare, non giurare, tu non sai nulla; può darsi che tu non m’ami. Egli non impallidisce, non arrossisce, non cerca vedermi, non cerca sedersi accanto a me, non mi stringe la mano, non mi offre il braccio: la sua sola manifestazione è il sorriso, un sorriso freddo e lento. Egli non ha entusiasmi, mai. Non si scalda mai per nulla. Non comprende l’arte, non comprende la politica, non comprende la scienza, non comprende Dio: egli è un assiduo e calmo demolitore di quanto gli altri credono. È l’apostolo più sicuro dello scetticismo. Lui sostiene brillantemente la falsità delle cose, la falsità della natura, la falsità della virtù, la falsità della passione. Lui è forte, bello: nei suoi occhi