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primo giorno 261


volle gridargli di restare, di salvarla, gridarlo a lui, al selvaggio, all’indegno gentiluomo, al marito traditore. N’ebbe disgusto, una nausea tutta fisica, una ripulsione invincibile di donna — fatta sacra da un forte amore. Ella andava su e giù per la casa, come una tigre che ha la febbre, rodendosi, non potendo piangere, non potendo singhiozzare — cadendo poi, per esaurimento, in un torpore dolce, come se si acquietasse un dolore nel sonno, come se la ferita non sanguinasse più. No, non era il mondo esteriore: lei non lo vedeva più. Era il suo spirito sussultante e trabalzante, era dentro sè, era nel cuore, era nel cervello, era nei nervi il tormento volubile che pigliava tutte le forme, dal grave dolore all’acutissimo piacere. Oh la notte tempestosa dal sabato alla domenica, le preghiere alla Madonna, le disperazioni, i subitanei abbandoni, tutto il suo essere che chiamava Luciano e lo respingeva, che malediceva l’amore e adorava l’amore, che trasaliva, fre-